Hanno detto

Carl Brave: “Dalla musica allo spot Adidas, Roma guida ogni mia scelta”

CARL BRAVE – Romano, romanista e con Roma nel cuore. Carl Brave — all’anagrafe Carlo Luigi Coraggio, classe 1989 — è tra i volti più versatili della musica italiana contemporanea. Protagonista del nuovo spot Adidas dedicato alla terza maglia della Roma, accanto a Pierfrancesco Favino, ecco le dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera.

Dal microfono sul palco al tosaerba in giardino: cosa non si fa per la Roma?
Tutto! Si fa tutto per la Roma, tranne fare a botte! Essere tifosi è un gesto d’amore: chi tifa ama, soffre, spera, fa un atto di fede. La violenza non c’entra niente e non è mai giustificata, tanto meno nello sport“:

Il primo ricordo da romanista?
Sono nato romanista, è nel Dna di famiglia“.

Anche quando il derby non è stato indimenticabile, come l’ultimo?
Non è stato il derby della vita, non sarà ricordato negli annali. Però abbiamo vinto, e nello sport conta quello. Io l’ho visto a Milano, con amici rigorosamente romanisti. E da lì, la Roma sembra ancora più bella! Mi piace viaggiare e scoprire nuove culture, ma poi ho sempre bisogno di tornare a Roma, a Trastevere. È qui che le idee si mettono insieme e le canzoni prendono forma“.

Nello spot Adidas lei e Favino fate i giardinieri: com’è stato?
È andata una bomba! Prima di quel set, allestito in una villa a Roma nord, ci eravamo solo incrociati. Ma quando ci siamo rivisti è nata subito una bella confidenza. Poi mi sono ritrovato davanti tutta la sua professionalità: anche se era solo uno spot, Favino era concentratissimo, ripassava la parte. Ho visto da vicino la grandezza di un attore, uno che affronta ogni lavoro con la stessa serietà“.

La maglia bianca dal colletto verde e giallo ha già conquistato i tifosi. Le piace?
Mi piace da impazzire, e che emozione vestirla! È elegante, raffinata, ma anche moderna. Rappresenta la storia della Roma, perché richiama l’Alba Roma, una delle squadre fondatrici del club. E poi ha quel tocco green, ambientalista, perfetto per i tempi di oggi“.

Allo stadio la vediamo ancora?
Ci vado, sempre volentieri, anche se un po’ meno per colpa dei tanti impegni. Questa Roma, per esempio, l’ho conosciuta in Giappone: ero lì con amici, il club era impegnato in un torneo, sono andato alla partita e poi negli spogliatoi. Una coincidenza bellissima, chi lo avrebbe mai detto!“.

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