CUESTA – Dopo la gara persa dell’Olimpico, Carlos Cuesta, allenatore del Parma, ha commentato la partita tra i ducali e la squadra di Gasperini. Il tecnico, nonostante gli errori, vuole ripartire da quanto fatto di buono oggi.
Come valuta la prestazione del Parma? C’è stato qualche episodio che avrebbe potuto far cambiare il risultato della partita?
«Valuto la prestazione con tanti aspetti positivi, ma anche con alcuni aspetti che non sono stati al massimo, e questo ci ha portato al risultato che non era quello che volevamo. Ci sono stati episodi dove, se fossimo stati un po’ più precisi, avremmo potuto portare il risultato dalla nostra parte, ma così non è stato. L’unica cosa che possiamo fare adesso è essere ottimisti per gli aspetti positivi, ma allo stesso tempo analizzare quello che non è stato fatto bene, riflettere, migliorare e concentrarci per la prossima partita».
In queste riflessioni quanto c’è di positivo nella crescita dei suoi ragazzi? Perché anche oggi l’età media era bassa, ma la personalità è sembrata forte contro una squadra che è prima in classifica, come il Napoli.
«La personalità non ha niente a che fare con la carta d’identità, è un atteggiamento, un modo di vivere. Noi cerchiamo di trasmettere questo spirito ogni giorno, perché crediamo che con quell’atteggiamento si possano fare prestazioni di livello. Speriamo che queste prestazioni possano poi portare risultati positivi con continuità, ed è su questo che dobbiamo concentrarci».
Ci è piaciuto il modo in cui lei vive le partite, con grande empatia con i giocatori. Lei è il più giovane allenatore della Serie A, appena 30 anni. Quanto è orgoglioso di questo fatto?
«Io parto sempre dal presupposto che le persone provano sempre a fare del loro meglio. Quando provano a fare il massimo, l’unica cosa che posso fare io come allenatore è provare a fare altrettanto. I ragazzi sono incredibili: il loro atteggiamento non solo in partita, ma anche in allenamento, come lavorano in palestra, come si preparano nei video, sono sempre focalizzati. Fanno tutto ciò che è necessario. Quando dai tutto, senti che come allenatore devi fare lo stesso. Loro hanno tutto il merito per quello che fanno, e quello che continueranno a fare è spingere per migliorare ogni giorno, con la speranza che questo ci porti ai risultati che tutti vogliamo».
