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Dovbyk: “Mi sento bene, è il primo anno che gioco così tanto. Ranieri per noi è importantissimo, sa cosa dire al momento giusto”

ARTEM DOVBYK PUNTA IL DITO IN ALTO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Dovbyk – Intervenuto a “Il Messaggero”, Artem Dovbyk ha parlato della squadra giallorossa, del suo arrivo ma anche del rapporto avuto con Juric e De Rossi e quello avuto con Claudio Ranieri.

Dovbyk: “In Italia per un attaccante è diverso”

Abbiamo saputo che a dicembre ha effettuato anche i fattori di crescita per problematiche alle ginocchia. Come sta? Ha risolto? “È il primo anno che gioco cosi tanto, su tre fronti. Il nostro staff medico ha fatto di tutto per aiutarmi e ora dopo le cure mi sento molto meglio. Ho giocato infortunato, non al cento per cento, e sono sceso in campo comunque, è stato un mio erroге, avrei dovuto riposare ma sentivo il bisogno di stare con la squadra nei momenti difficili. Ora, però, mi sento bene”.

Ma è possibile che da De Rossi a Ranieri, passando per Juric, dicano tutti che «la squadra deve imparare a servire meglio Artem»? È veramente così difficile? “Bella domanda. In allenamento ci lavoriamo e funziona tutto bene. In partita è diverso. A me, per esempio, piacerebbe fare tanti assist come quello per Dybala a Milano, ma c’è sempre poco spazio intorno a me. Qui in Italia per un attaccante è diverso, col Girona mi abbassavo molto e partivo quasi sulla linea del centrocampo. Ora mi vengono chieste cose diverse, come andare in pressing sul centrale avversario, liberare gli spazi per i compagni, far salire la squadra spalle alla porta. lo cerco di fare quello che l’allenatore mi dice”.

Con Ranieri, invece, che rapporto avete? “Sembra un po’ come il nostro nonno, è molto calmo, ma quando la squadra ha bisogno di essere spronata e ha bisogno di una scossa, lui sa farlo molto bene. È un ottimo psicologo, sa cosa dire al momento giusto, sa anche quando è più utile il silenzio. È importantissimo, mi piacerebbe se restasse in panchina”.

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