NDICKA – Nel debutto della terza stagione di “A casa dei campioni”, Evan Ndicka si racconta in un’intervista esclusiva a idealista/news. Il difensore ivoriano della Roma apre le porte del suo mondo, tra il legame con la Capitale, la passione per l’architettura e i ricordi di una vita trascorsa tra culture diverse.
Sei nato in Francia da padre camerunense e madre ivoriana, hai vissuto in Germania e ora sei a Roma. Ti consideri un cittadino del mondo: qual è il posto che oggi chiami “casa”?
“Ogni luogo in cui ho vissuto mi ha trasmesso qualcosa di importante. In Francia sono nato e cresciuto, è la mia base. In Germania, dove sono arrivato a 19 anni, ho conosciuto una cultura diversa che mi ha fatto maturare molto. In Italia, e in particolare a Roma, ho trovato una nuova consapevolezza, sia come persona sia come calciatore e professionista“.
Sei alla tua terza stagione in giallorosso. Hai imparato a conoscere bene la città? Hai un luogo preferito?
“Con gli impegni tra campionato e nazionale non è facile trovare tempo libero, ma qualche passeggiata per le vie di Roma me la sono concessa. Il centro storico è davvero meraviglioso, ogni volta riesce a sorprendermi“.
Cosa ti ha colpito di più della Capitale?
“Sicuramente la passione della gente per la squadra. I tifosi vivono la Roma con un trasporto unico: lo percepisci ovunque, anche nelle situazioni più normali, come al supermercato. È un amore autentico, che ti travolge ogni giorno, non solo allo stadio”
Da quando sei a Roma, hai sempre vissuto nella stessa casa?
“Sì, ho sempre abitato nella stessa casa e non ho ancora acquistato nulla qui in città“.
Con quali compagni trascorri più tempo? E se dovessi scegliere un coinquilino?
“Vado d’accordo con tutti, siamo un gruppo molto unito. Se devo fare due nomi, direi Manu Koné e Neil El Aynaoui, con cui parlo spesso in francese. Sarebbero ottimi coinquilini… anche se Manu ha sempre troppa gente a casa! (ride, ndr).”
Come immagini la casa perfetta?
“Deve essere grande e accogliente, adatta alla mia famiglia. Mi piace avere spazi dedicati alla lettura e alla storia, due delle mie passioni, e ovviamente una stanza per allenarmi“.
Hai mai investito nel mercato immobiliare, magari proprio a Roma?
“Non ancora, ma è qualcosa che mi piacerebbe fare. Ho sempre avuto un interesse per l’architettura e il design, quindi non escludo di farlo in futuro”.
C’è un momento particolare a cui sei più legato da quando giochi nella Roma?
“Non direi un episodio in particolare, ma ogni volta che scendiamo in campo all’Olimpico, davanti ai nostri tifosi, sento qualcosa di speciale. È un’emozione che non cambia mai“.
