MICHAEL SANTULHAO – Michael Santulhao, attuale manager dell’Holzwickede U19, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per parlare di diversi temi legati al calciomercato svelando qualche retroscena passato e che ha visto coinvolta anche la Roma.

Tu che conosci molto bene la Bundesliga e soprattutto la Primeira, puoi svelarci cosa è successo con Tiago Pinto e Renato Sanches, tuoi connazionali? “Per quanto riguarda Renato Sanches la mia opinione è chiara, è un talento dove purtroppo diversi infortuni lo hanno messo in diverse situazioni di stress e in questi casi deve essere assicurata una chiara comprensione della stabilità mentale in modo da capire il problema principale. A Roma ha fatto solo 12 partite da 90′, il che ovviamente dà un impatto negativo. Ma sono convinto che si riprenderà correttamente e darà il meglio di sé in campo. Tiago Pinto è a mio parere un buon dirigente e molto competente. Comunque a volte il contesto circostante può influenzare le prestazioni, ma posso solo dire da quello che ho visto anche al Benfica è un ottimo professionista e gli auguro i migliori successi al Bournemouth”.
Un piccolo accenno anche a José Mourinho. Secondo te cosa non è andato alla Roma? “Prima di tutto devo dire che per me Mourinho è ancora un top Manager in grado di cambiare il calcio. A Roma Mourinho ha lasciato il segno in Europa, ma non in campionato. Il suo calcio è difensivo e improduttivo, con difficoltà realizzative creando però opportunità e tensioni interne, conflitti con i giocatori chiave, che portano ad un clima teso nello spogliatoio e ciò porta insuccesso”.
Sei un manager molto giovane e competente e sei stato anche al Salisburgo. Ti chiedo un tuo commento su Gourna-Douath, ex calciatore del club austriaco: fossi in Gasperini terresti il giocatore? “Per quel che riguarda Gourna-Douath infatti dopo il suo prestito al RB ora bisogna dargli il tempo di trovare se stesso, sicuramente investirei in lui perché è una risorsa e come giocatore giovane ha un margine di miglioramento che potrebbe portare a ottenere il meglio dal giocatore. Quindi per me non c’è dubbio”.
Sei nato a Leverkusen. A Roma così come al Bayer si è parlato di Farioli, come l’avresti visto al posto di Xabi Alonso? “Beh, per quanto riguarda Farioli si è passati dal paradiso all’inferno, nonostante la sua filosofia di gioco è piuttosto interessante. In realtà sono molto curioso di sapere come giocherà al Porto. Poiché i lusitani sono un club con un enorme DNA legato alla città e alla tradizione e i tifosi sono esigenti per quanto riguarda il modo di giocare con ardore e passione. Gli auguro tutto il meglio in questo nuova avventura della sua carriera”.
In Italia siamo molto indietro a livello di settore giovanile. Tu che hai diverse esperienze, secondo te cosa bisogna fare per scovare i nuovi Totti, Baggio e Del Piero? “Beh, giocatori come Totti, Roberto Baggio, Del Piero quelli sono giocatori unici e che hai solo una volta nella vita. Ora stiamo parlando di nuove generazioni in una nuova realtà come lo era 20-30 anni fa. Ma rispondendo rigorosamente alla tua domanda, per migliorare lo sviluppo giovanile nel calcio italiano, è necessario un cambiamento culturale e strutturale. Il sistema attuale spesso dà la priorità ai risultati a breve termine rispetto al talento visto che la partecipazione è in calo e molti club investono poco nelle loro accademie. nutriente, con metodi di allenamento obsoleti e opportunità limitate per i giovani giocatori. La partecipazione è in calo e molti club investono poco nelle loro accademie. Bisogna anche creare percorsi chiari dai livelli amatoriali a quelli professionali andando a incentivare i club a sviluppare talenti italiani. In definitiva, il successo dovrebbe essere misurato non dai trofei giovanili, ma dal numero di giocatori che raggiungono il professionismo”.
