JULIO SERGIO – Intervistato da Il Messaggero, Julio Sergio ha parlato con grande forza e commozione: il dolore per la perdita del figlio, il legame con la Roma e i ricordi di una stagione indimenticabile Sette anni in Italia, di cui sei vissuti a Trigoria. Julio Sergio Bertagnoli, per tutti semplicemente Julio Sergio, è stato definito da Luciano Spalletti “il miglior terzo portiere al mondo”. Con la Roma ha vinto due Coppa Italia e una Supercoppa italiana, sfiorando lo scudetto nel 2010. Oggi vive in Brasile, dove lavora come procuratore sportivo, e sta cercando di rialzarsi dopo la tragica scomparsa del figlio Enzo, morto due mesi fa a causa di un tumore cerebrale diagnosticato nel 2020.
Julio, come sta vivendo questo momento così difficile?
“Stiamo imparando a vivere in maniera diversa. Andiamo avanti e cerchiamo di fare quello che dovevamo fare insieme a Enzo. Sono sicuro che è quello che lui vuole“.
I tifosi e la Roma le sono stati molto vicini.
“Lui è nato a Roma e aveva un legame forte con la squadra. Quando avevamo del tempo libero guardavamo insieme le partite. Il sostegno della città, del club e dei tifosi mi ha fatto molto piacere. Sono rimasto colpito dall’affetto ricevuto“.
Oggi vive in Brasile: quanto le manca Roma?
“Tantissimo. Roma è stata una parte bellissima della mia vita, non solo come calciatore ma anche come uomo. Ho tanti amici lì, mi sento ancora legato a quella città“.
Se le dico Roma-Inter, cosa le viene in mente?
“Penso che nel calcio ci sono cose inspiegabili. Abbiamo fatto una rimonta incredibile, ma affrontavamo una squadra fortissima, con un grande allenatore come Mourinho. Abbiamo dato tutto e per venti minuti siamo stati campioni d’Italia. Vincevamo col Chievo, loro pareggiavano a Siena… poi Milito ha segnato e ci ha gelato”.
