SENTENZA BOSMAN – Era il 1995 e il calciatore belga Jean-Marc Bosman all’epoca militava nella serie B Belga. Il calciatore era in scadenza di contratto e aveva trovato un accordo con il Dunquerke. Ma il club a cui apparteneva Royal Football Club de Liège richiese un indennizzo cosa che la squadra francese negò e decise di tirarsi indietro dalla trattativa. A quel punto il calciatore fù messo fuori rosa e lui si rivolse Corte di giustizia dell’Unione europea. Sostenendo che i calciatori avevano restrizioni superiori a quelli dei normali lavoratori dipendenti.
Il 15 dicembre del 1995 nasce la sentenza Bosman. Stabilendo che i calciatori in scadenza di contratto con meno di sei mesi residui potevano pre-firmare un contratto con un altro club. Potendo trasferirsi gratuitamente, senza pagare nessun indennizzo. L’importante è che si trovavano all’interno dell’Unione Europea.
Un altro punto fù l’allargamento degli extracomunitari. Ora gli stati che facevano parte dell’Unione Europea non dovevano più considerare straniero un calciatore. Questo limite fù imposto a nazioni esterne come ad esempio Brasile e Argentina.
Sentenza Bosman: da svolta epocale a causa del declino del calcio moderno. Tra salari fuori mercato e squadre sempre meno italiane
Guardando in casa nostra, nel campionato italiano da quel momento si vide un lento declino dei nostri vivai. E di ciò che veniva definito il calcio nostrano.
Analizzando attentamente i numeri ci accorgiamo che nella stagione 96/97 in Italia vi erano 102 stranieri in 18 squadre partecipanti al campionato italiano. Invece nella stagione corrente 25/26 gli stranieri sono 394 su 20 squadre. Da questi dati si può evincere che nel campionato antecedente la sentenza che poi diventò legge Bosman. In Italia vi era una media di 5 stranieri per ogni squadra di calcio su una rosa di 25/30 calciatori. Purtroppo il dato allarmante è in questa stagione dove vi troviamo invece una media di 20 stranieri e 5 italiani per ogni squadra di calcio.
Se vogliamo guardare in casa nostra nella Roma. Nel 1997 avevamo un totale di 7 stranieri su una rosa di 30 giocatori. Oggi invece su 28 calciatori solo 8 sono di nazionalità italiana. Considerando che la Roma è sempre stata un vivaio di grandi talenti italiani. Basti ricordare B.Conti, Di Bartolomei, Giannini, Totti e De Rossi. L’ultimo prodotto del vivaio giallorosso che sta dimostrando qualcosa, pur con molta fatica è Niccolò Pisilli. Ma all’orizzonte sperare di rivedere giovani calciatori come le bandiere del passato è molto difficile.
La domanda nasce spontanea, ma ancora di più la risposta. Perchè non si fà niente per fermare questo declino, che ci ha portato ad essere campioni del Mondo del 2006. A mancare per ben due volte consecutive le qualificazioni alla massima competizione della FIFA?. Ai posteri l’ardua risposta, sperando che arrivi in tempi molto brevi. Poichè stiamo rischiando anche quest’anno di saltare la terza qualificazione al Mondiale.
